C’era una volta la pittura. Poi arrivò la fotografia e i pittori gridarono allo scandalo. Poi arrivò la fotografia per le masse e i fotografi del banco ottico gridarono allo scandalo. Poi arrivò la fotografia istantanea e le masse che fotografavano con le Kodak gridarono allo scandalo, poi arrivarono Leica e le fotocamere a telemetro e tutti gridarono allo scandalo, poi arrivò la reflex e i puristi della telemetro gridarono allo scandalo, poi la fotografia digitale e i fan della reflex… gridarono allo scandalo.

Oggi tutti accettano la fotografia digitale e quelli che amano gridare allo scandalo hanno un nuovo nemico: lo smartphone. Ma la fotografia, quella in grado di emozionare e finire dentro i musei, fortunatamente non bada al mezzo. Lo sa bene Maurizio Galimberti, che ha raggiunto fama mondiale usando una Polaroid. Lo sa bene Michael Christopher Brown, fotografo americano che sta per entrare in Magnum, la più prestigiosa agenzia fotogiornalistica al mondo e fotografa in scene di guerra solo con il suo iPhone.

Nel 2009 il fotografo americano Chase Jarvis ha scritto un libro provocatorio ma non troppo: “The Best Camera Is The One That’s With You“, ovvero… lo smartphone. È sempre nelle nostre tasche, è sempre disponibile, e i limiti tecnici possono facilmente essere superati conoscendo un po’ di trucchi e usando le giuste “app”.

Il mini-corso di fotografia con smartphone è composto da 2 lezioni serali di 2 ore ciascuna e da una mini-uscita di 3/4 ore di domenica mattina, ed è rivolto a chi vuole imparare a trarre il meglio dal suo smartphone.

Ciascun corso avrà un minimo di 10 e un massimo di 30 partecipanti.