Mauro Splendore

Nato nel 1986, grazie a suo padre si avvicina fin da bambino alla fotografia scattando con una Yashica Fx3 che tutt’ora usa per i suoi progetti personali.

La fotografia ha sempre fatto parte della sua vita, anche se in maniera marginale, fino al 2018, quando inizia a studiarla ed approfondirla frequentando la scuola “Meshroom” di Pescara e decidendo da lì di intraprendere il suo percorso autoriale. Ha frequentato, sempre presso Meshroom, diversi corsi e workshop maturando un linguaggio fotografico personale che lo ha portato a dedicarsi al suo primo progetto: “Altera Mundi”.

Il suo lavoro fotografico si concentra principalmente sulla relazioni tra Uomo e Natura, prediligendo le ricerche e le esplorazioni nei pressi delle zone in cui vive.

Altera Mundi

Antropocene, capitalocene, wasteocene, tre termini coniati di recente, apparentemente diversi ma che evidenziano lo stesso identico problema: l’enorme impatto ambientale che la nostra specie ha sul pianeta.

L’uomo è ormai diventato una vera e propria forza tellurica, in grado di influenzare i cambiamenti climatici, ambientali e strutturali del pianeta, tanto da esserne in realtà la principale causa. L’intera politica mondiale, così come la scienza, sta cercando soluzioni che permettano di coniugare crescita economica e salvaguardia ambientale.

Personalmente temo fortemente per le possibili, gravi conseguenze a medio e lungo termine e mi è impossibile, di fronte ai miei figli, non pormi l’interrogativo di che mondo stiamo lasciando loro e di come potranno adattarsi ad esso, ammesso che sia possibile. É così che la mia mente, accompagnata dalla fotografia, è andata ad indagare sul possibile scenario post uomo. Perché, come tutte le ere geologiche, anche l’antropocene avrà il suo termine e lascerà la sua impronta su una terra ormai irrimediabilmente compromessa.

Altera mundi vuol essere dunque un viaggio fantastico, distopico, drammatico ma, a tratti, incredibilmente reale alla scoperta del mondo che verrà. Un mondo fatto essenzialmente di polvere, nebbia, desolazione. Paesaggi vagamente riconoscibili ma ormai privi di colore e bellezza. Di edifici, fabbriche, abitazioni ormai ridotte a macerie, testimoni di quel tempo che ci è appartenuto ma che probabilmente non abbiamo saputo rispettare e proteggere come avremmo dovuto.


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