Alena Kundrova

Sono nato a Manfredonia, città di circa 60.000 abitanti. Amo la mia terra, anche se ormai da tempo vivo lontano da quel contesto sociale che mi ha formato. Considero l’essere nato lì sia una fortuna che al tempo stesso una sfortuna: una piccola città e le ridotte opportunità che offre, possono portare a farti poche domande su chi sei veramente e arrivare a definirti solo sulla base di quello che vuoi rappresentare per gli altri.

Andare via mi ha dato l’opportunità di confrontarmi con altre realtà, permettendomi  di entrare in contatto con la fotografia. Attraverso di essa ho potuto indagare il rapporto tra il tessuto urbano e i suoi abitanti, documentando la realtà che ci circonda.

Studiando fotografia ho compreso come la forza di un’immagine risieda nella sua capacità evocativa e nella possibilità di toccare la sfera emotiva prima di quella razionale, producendo un cambiamento.

Un giorno mi piacerebbe essere il fotografo che crea quel cambiamento.

Alena Kundrova – Katy

«Anni fa ho conosciuto Katy… Mi colpì molto la sua storia, una storia segnata da continue rinunce e privazioni.

Sposata da tantissimi anni con un marito che amava ma che le vietava tutta la sua libertà. Katy era in una prigione… Una prigione invisibile!

Anche prima di sposarsi la giovane Katy non ha potuto vivere la sua libertà. Sognava di diventare estetista ma ha dovuto rinunciare a tutto per seguire la sua famiglia e trasferirsi in Germania essendo la figlia più grande.

Proprio lì, in territorio straniero, conobbe un bellissimo ragazzo di origini italiane trasferitosi per lavoro. I due si innamorarono e si sposarono.

Lei continuava a inseguire il sogno di diventare un’estetista e invece per la seconda volta dovette rinunciarvi perché il marito era contrario e iniziò a lavorare come operaia… Lavoro che non le piaceva ma che doveva fare.

Dopo tanti anni la coppia senza figli tornò in Italia. Il marito si ammalò e Katy dedicò tutta la vita al suo amore malato.

Per l’ennesima volta ha rinunciato alla sua libertà.

Dopo la morte del marito poteva iniziare a fare tutte le cose che non aveva potuto e che aveva sempre sognato di fare come uscire con le amiche senza limiti di orario, andare in vacanza, godersi intere giornate al mare,…

Quando il mondo si è fermato con il lockdown ho trascorso alcuni momenti in compagnia di Katy e della sua fedele amica, nonché compagna di giochi da oltre 40 anni, Maria Grazia. Si passava da momenti di felicità, pazzia, voglia di divertirsi, anche in solitudine, a momenti di riflessione profonda e tristezza, aspettando sempre il momento di ricominciare da dove il sogno di Katy si era interrotto a 17 anni… Era giunto il momento di iniziare a vivere veramente… Magari in compagnia di un nuovo amore».


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